Lo Shar Pei - Storia & Origini
Lo Shar pei arriva da lontano e ha una storia antica che ci riporta indietro nel tempo, fino ai giorni della dinastia Han, che regnò in Cina tra il 206 a. C. e il 220 d. C. Antica testimonianza dello Shar pei in tale periodo, sono le statue di terracotta smaltata, raffiguranti lo Shar pei poste ad ornamento di tempi e sepolcri della dinastia Han. Pare che lo Shar-pei abbia visto la luce di una piccola città della Cina settentrionale, a Dah Let, nella provincia di Kwung Tung. Le sue origini sono abbastanza misteriose, c’è chi pensa che gli antichi cinesi, maestri nel riprodurre nei loro animali le figure benevole e protettrici delle loro leggende, abbiano voluto dare origine allo Shar pei con le sue numerose pieghe, per perpetuare concretamente la figura del leggendario Lung, il drago protettore delle acque, infatti lo Shar pei con il suo sguardo austero, le numerose pieghe e le forti zampe, incarna perfettamente la figura di un drago. Molta importanza hanno le rughe in mezzo alla fronte che formano un segno che nella stilizzata lingua cinese significa longevità. I cinesi considerano ciò esenziale nella razza. Inoltre c’è chi pensa che il primo Shar pei potrebbe avere avuto origine da una mutazione genetica. E’ certo che lo shar pei dell’epoca degli Han era un cane da caccia che prediligeva come preda la mangusta. Inoltre si sostiene che il popolo Han era in gran parte composto da contadini e cacciatori che si avvalevano di questo cane per la guardia del gregge e per la caccia; solo più tardi esso fu utilizzato come cane da combattimento. E' stato allevato selettivamente per la sua intelligenza,per la resistenzaed anche per quel suo aspetto da vecchio cinese sapiente. Sin da cucciolo doveva dimostrare effettive doti di intelligenza e capacità altrimenti veniva ucciso e mangiato. Il periodo in cui regnò la dinastia Ming tra il 1368 e il 1644 fu segnato da guerre e fame e questo provocò la rinuncia di massa di tenere i cani come animali domestici e da compagnia, trasformandoli da amici a cibo. Nel 1947 inizia in Cina il regime comunista e fu decretato che tutti i cani dovevano servire per sfamare la popolazione ormai ridotta in miseria. Con l’avvento di Mao Tze Tung possedere un cane era diventato un lusso,le tasse sui cani ebbero un aumento eccessivo e l’allevamento canino era diventato impossibile tanto che questo provvedimento si rivelò una vera e propria catastrofe per tutti i cani cinesi. Negli anni ‘50 solo pochissimi esemplari del nobile cane della dinastia Han riescono a scampare alla loro triste sorte. Tuttavia, molti degli Esemplari rimasti iniziano ad esser utilizzati come cani da combattimento. Gli allevatori di allora ansiosi di incrementare le caratteristiche per il combattimento ci hanno fornito un cane come lo vediamo ora. Gli occhi infossati per protezione, le orecchie piccole per non fare presa e la pelle lassa in modo che quando afferrato dall’antagonista potesse girarsi e contraccambiare, e i canini ricurvi per la presa. Mentre si effettuavano queste modifiche altre razze atte al combattimento venivano importare in Cina dall’Europa. Negli anno 60 un giovane cinofilo di Hong Kong, Matgo Law, ancora studente avendo avuto in dono un cucciolo si appassionò talmente che fece una ricerca presso i proprietari di cani da combattimento per scovare quei soggetti più rappresentativi della razza. Secondo lui però il vero Shar Pei cinese e’ scomparso per sempre,in quanto i soggetti da lui reperiti non erano purissimi perchè negli anni 20, per incrementarne la combattività erano stati mescolati con altre razze. Comunque fece una ricerca presso gli anziani per avere le maggiori informazioni possibili sul cane originale. Fu cosi’ che una copia del mensile DOGS del Maggio 1971 capitò nelle mani di Matgo Law; su questa rivista vi era una foto dello Shar Pei con la scritta” probabilmente l’ultimo soggetto sopravvissuto della razza”. Matgo possedeva alcuni soggetti per cui concepì l’idea del salvataggio affinché la razza non fosse perduta per sempre. Matgo temendo che Hong Kong un giorno sarebbe passata alla Cina popolare e pertanto tutti i cani facessero una brutta fine scrisse all’editrice di DOGS, chiedendo aiuto e dettagliando il suo programma inviando inoltre foto dei suoi cani e dei cuccioli. Lettera e foto furono pubblicate su DOGS nell’Aprile 1973 e ciò fece resuscitare lo Shar Pei dall’oscurità e dall’oblio. Circa 200 lettere giunsero ad Hong Kong ma poiché gli esemplari esistenti erano forse 12 ci vollero alcuni anni perchè tutti fossero accontentati. Tutti gli Shar Pei esistenti hanno come progenitori Down Homes affisso di Matgo. Nel 1974 viene organizzata la prima assenblea di razza, The Chinese Shar-Pei Club of America, nella quale sono presenti 5 allevatori. Solo nel 1976 viene rilasciato il primo pedigree del CSPCA. Il guiness dei primati del' 76 lo riporta come il cane più raro e più costoso del mondo. Lo Shar Pei in Europa giunse nel 1978 ad opera di Joachim Weinberger e Linda Reinelt. Furono due soggetti importati dagli USA. I due allevatori si adoperarono affinchè la razza fosse riconosciuta dalla FCI ed il primo standard era quello preparato da Matgo Law. Lo Shar Pei in Italia giunse ad opera dell’allevamento Khambaliq nel 1984, importati da Hong Kong .A seguito di partecipazioni ad alcune mostre, a programmi televisivi ed a prestigiose riviste lo Shar Pei iniziò a farsi conoscere timidamente in Italia. I primi ambasciatori furono Dawn Homes Fancy Child e Dawn Homes Ding Dong. Subito dopo giunse dalla Germania Tshimao’s Nua Mulan che fu il primo Shar Pei a conseguire il Campionato Italiano. Attualmente la Razza, anche se non molto diffusa e’ almeno conosciuta e non viene più scambiata per un extraterrestre. Sembra che la pronuncia esatta del nome Shar-pei, non sia quella attualmente riconosciuta in uso, cioè pronunciando shar, , bensì Sa-pai, comunque non c'è dubbio sul significato di questo nome: vuol dire pelle di sabbia, non riferito al colore di tale elemento, ma alla granulosità, infatti il pelo dello Shar-pei è unico, molto ispido, pungente e appunto sabbioso al tatto. Gli antichi cinesi ci hanno lasciato dettagliate descrizioni su come doveva o non doveva essere. Di sicuro il pelo doveva essere estremamente ruvido al tatto, ma allo stesso tempo doveva apparire come il velluto. In effetti lo Shar-pei ha il pelo morbido se si accarezza nel verso del pelo, al contrario accarezzandolo in senso inverso si ha la sensazione di toccare della carta vetrata. Questo naturalmente è riferito al tipo di pelo horse-coat, cioè pelo cavallo, infatti vi è anche il tipo di pelo detto brush-coat o pelo pennello, che essendo un filino più lungo è anche più morbido. In Cina questo tipo di pelo, molto popolare negli USA e da noi, non è amato per niente.